La storia - AMICI DI LOZZO

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La frazione di Lozzo  sorge a 874  metri sul livello del mare e dista circa km.1,1 da Armio che, fino al 2013, era capoluogo dell'ex comune di  Veddasca e sede degli Uffici Comunali. La frazione di Lozzo conta oggi circa una ventina di residenti e un centinaio di frequentatori abituali in virtù della seconda casa.
CENNI STORICI
Dal sec. XIV  al 1797
Lozzo fece parte del feudo di Valtravaglia, che fu concesso al conte Franchino Rusca, nel 1438, da Filippo Maria Visconti. Dal 1583 il territorio passò al casato Marliani, perché compreso nel feudo delle Quattro Valli, squadra di Valveddasca
(Casanova 1930, pp. 77, 105).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, la comunità era infeudata al conte Giovanni Emanuele Marliani, che percepiva annualmente 36 lire e cinque soldi per censo feudale. Il giudice competente era Antonio Maria Bossi, residente in Luino, al quale il comune pagava annualmente 3 lire, 7 soldi e 6 denari. Il console non prestava giuramento alla banca criminale di quell’ufficio. Il comune aveva un consiglio particolare formato dal console e da due sindaci. Il console, cui si pagavano 30 lire all’anno, fungeva anche da esattore, suonava le campane e custodiva la chiesa parrocchiale; i sindaci si occupavano della ripartizione dei tributi. Sia il console che i sindaci mutavano di anno in anno e le cariche venivano ricoperte a rotazione tra i focolari.
La comunità non aveva un cancelliere, ma il registro dei carichi reali, cioè l’annuo tributo che si pagava alla regia camera nella squadra di Valveddasca, era tenuto dal reggente, il notaio di Milano Carlo Paolo Martignone, residente in Garabiolo, che percepiva per l’effettuazione dei riparti regi 10 lire e 10 soldi all’anno. Le anime collettabili e non collettabili erano circa 225
(Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3038, vol. XX – XXI, Como, n. 2, Valtravaglia, fasc. 25)
Secondo il compartimento territoriale del 1757, Lozzo era una delle comunità della pieve di Valtravaglia (editto 10 giugno 1757).
Un documento parrocchiale del febbraio 1796 che richiedeva la dispensa per il matrimonio tra consanguinei di quarto grado ( era una situazione molto comune in molte valli a quel tempo) riferisce Lozzo come appartenente alla Pieve di Bedero, Diocesi e Ducato di Milano.

Il comune entrò nel 1786 a far parte della provincia di Gallarate ( fra il 1786 e il 1787, Gallarate fu capoluogo di una delle province della Lombardia austriaca), poi di Varese, con le altre località della pieve, a seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca, che divise il territorio lombardo in otto province (editto 26 settembre 1786 c).
Nel 1791 le località della Valtravaglia risultavano inserite nella provincia di Milano (Compartimento Lombardia, 1791).
Fonte : Lombardia Beni Culturali- Università degli Studi di Pavia (Schede)
Il centro abitato di Lozzo risulta registrato nel 1751 come un borgo di 225 abitanti.

Dal 1809 ai giorni nostri
Nel 1809, in periodo napoleonico, fu aggregato al limitrofo comune di Biegno, per ritornare comune autonomo pochi anni dopo (1816) con l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto che decretò la costituzione della provincia di Como, quale evoluzione dell'ex Dipartimento del Lario, da cui dipendeva buona parte della attuale provincia di Varese.
Lozzo finì così aggregato all'interno del XX distretto di Maccagno che era sotto la tutela amministrativa della città lariana.
Nel 1853 la riforma dei distretti incorporò Maccagno nel nuovo e più ampio XXI distretto di Luino, mantenendosi sempre sotto la competenza della provincia di Como.
Nel 1861, anno dell'unità d'Italia, il borgo registrava 315 abitanti.
Nel 1927 venne istituita la provincia di Varese aggregando i territori dell'ex circondario di Varese e Luino che furono sottratti definitivamente alla provincia di Como.
Nel 1928 i borghi di Armio, Biegno, Cadero con Graglio e Lozzo furono sciolti e confluirono nel nuovo comune di Veddasca, con capoluogo Armio dove vennero concentrati gli uffici comunali della nuova realtà amministrativa.
Pertanto, se si esclude il breve periodo 1809-1816, dal 1751 fino al 1928 - anno del passaggio dalla provincia di Como a quella di Varese appena costituita - Lozzo  è stato un comune autonomo.


Fontane
A Lozzo fanno capo due sottofrazioni, quella delle Fontane (a circa 970 mt.) costituita da circa 32 baite ristrutturate ed abitate da villeggianti e quella del Ronco (a ca 650 mt.) quest'ultima costituita oramai da vecchie baite diroccate e totalmente disabitata.
Entrambe le frazioni sono raggiungibili solo a piedi.

Da Lozzo, scendendo lungo un sentiero che parte dal vecchio lavatoio, è possibile raggiungere le Baite di Piero, a ridosso del Torrente Giona con suoi vecchi Mulini. Sono solo 800 metri ma in alcuni punti il sentiero si inerpica con forti pendenze.
Piero era a quel tempo anch'essa frazione del comune di Lozzo, venne quindi aggregata a Curiglia unitamente a Monteviasco. L'aggregazione di Piero e di Monteviasco al comune di Curiglia fu decisa nel 1928, staccando la frazione dal soppresso comune di Lozzo che invece finiva sotto il comune di Veddasca, come detto sopra.
I lozzesi coltivavano i terrazzamenti fino a Piero, e portavano le loro bestie al pascolo fin sù a Monterecchio, lungo il sentiero che passa dalle Fontane.



Esercizio pubblico di Lozzo:
TRATTORIA BAR STELLA ALPINA
Via alla Svizzera n. 5 - fraz. Lozzo - 21061 Maccagno con Pino e Veddasca (Va)
Tel. 0332/558026 con buona cucina casalinga

Infrastruttura:
OSTELLO DELLA GIOVENTU' (di fianco alla Chiesa) gestita dall'Associazione I Ribelli della Montagna
update 2020
Associazione Socio Culturale
fondata il 1 novembre 1998
Codice Fiscale 93010910128
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